Untitled

Trisha Donnelly, Untitled

Rachmaninoff

Le urla, nello studio, non erano rivolte a me. Era tutto normale. Anche Caruso cantava soltanto per mangiare. E ha continuato a farlo.
Questo vi dà un retroscena per riuscire a riflettere. E per ascoltare. E per comprendere che uno studio è uno studio è uno studio. Addirittura, io non ho uno studio, perché il mio è nella biblioteca, o è quando si passeggia. Ma la sensazione è la stessa. Il rumore generato dal lavoro non dovrebbe essere alterato. Ma può esserlo se si vuole. Pensare è lavorare. E il tempo crea il tempo per entrambe le cose.
Non c’era nessuna radio accesa. Di tanto in tanto, la TV trasmetteva immagini di ciclismo (che è molto divertente da guardare), mentre qualche visitatore di passaggio si fermava per parlare un po’ con Giovanni, Matteo, Silvana o Piero. Frasi brevi. Molti cenni del capo e gesticolare di braccia. Ma per la maggior parte del tempo, il suono dell’argilla sbattuta per mandar via l’aria dalla terra e quello del tornio bagnato che spargeva fango intorno. Mentre io venivo istruita sulla storia del luogo con rapide lezioni filtrate da Simona. I piatti appesi al muro in cui si condensava il passato della fabbrica Ceramiche San Giorgio: la foto di Giovani Poggi con Wifredo Lam incorniciata proprio come l’immagine di Poggi col Papa, proprio come l’immagine di Poggi col ciclista.
Tutto è preciso. E meraviglioso. E regolare. Tutto nello stesso momento.
Ad Albisola le finestre e le porte dei palazzi sono incorniciate da immagini in trompe l’oeil: cherubini ed elaborati abbaini di marmo. Tiziana mi ha raccontato che un tempo, quando il marmo e le pietre costavano molto, gli artigiani utilizzavano il trompe l’oeil per decorare i palazzi, con una precisione ricca di riferimenti. Le 3 dimensioni tradotte in 2.
Questo è quanto. Una risposta stupida a una domanda stupida. Sul fatto che il lavoro sta nell’osservazione. Che il tentativo è tutto lì. Che il tempo e la prospettiva creano il valore.
Ma qualsiasi cosa.
E tutti sanno già tutto questo.
Perciò ho detto a Poggi: “Questa cosa farà il suono più piccino che si possa trovare in Rachmaninoff.”
E lui ha detto (in italiano):
“Sette campane per sette note. Sì.”
E io ho assentito col capo.
E lui ha fatto lo stesso.
Mentre Alberto in macchina ascolta Ecstasy di Lou Reed.
E ora Caruso è nel freezer. Con gli altri uccelli.
Quando sono tornata a casa ho mandato loro prugne della California.

Untitled, 2003

Piccoli oggetti in ceramica da inserire nel corpo del pianoforte. Da usare solo con Rachmaninoff. Quando verranno raggiunti i momenti più bui della composizione, i campanellini suoneranno.
Una grande distanza dal profondo.

Trisha Donnelly

Untitled di Trisha Donnelly è stato prodotto ad Albisola nel 2003 in occasione della II Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea.



Annamaria Martena, video del concerto Musica per pianoforte e ceramica