Artist's Ceramics


Musée Ariana, Ginevra

27 giugno - 2 settembre 2002

Artistic Direction: Tiziana Casapietra e Roberto Costantino

Commissario dell'Esposizione: Anne-Claire Schumacher

Il Museo Ariana di Ginevra



Il Musée Ariana, in collaborazione con i Fonds Cantonal de Décoration et d’Art Visuel, espone quest’estate un gruppo di venticinque progetti di ceramica preparati ad Albissola, una cittadina italiana sulla costa ligure, da artisti non ceramisti, ma ben noti sulla scena contemporanea internazionale. Anche se la tradizione della ceramica di Albissola risale al 15° secolo con la produzione di piastrelle, proseguendo nei secoli successivi con la creazione di lussuose maioliche, questa industria artigianale subisce uno scossone all’inizio del 20° secolo con l’arrivo di artisti totalmente orientati a cancellare i confini tra le arti fini e decorative, le arti minori e maggiori. È allo scopo di far rivivere quest’atmosfera di rivalità artistica e intellettuale, sviluppatasi tra i ceramisti e gli artisti d’avanguardia del tempo, che Tiziana Casapietra e Roberto Costantino dell’associazione Attese, hanno ideato l’ambizioso progetto di una Biennale per ceramisti. Il risultato di questo primo evento è una riflessione sulla scena creativa attuale: eterogenea, provocatoria, audace e sorprendente. Tutti gli artisti invitati hanno accettato la sfida, dimostrando così l’attualità di questo mezzo antico, e il loro coinvolgimento nel realizzare i progetti di ceramica è stato impressionante. La maggior parte di essi è arrivata ad Albissola, dove ha incontrato gli artigiani e ha dovuto affrontare le esigenze e le possibilità dei materiali, un incontro fondamentale per la realizzazione del progetto originario.

Artisti:
Ana Laura Alaez, El Anatsui, Bertozzi e Casoni, Bili Bidjocka, Loris Cecchini, Nina Childress, Nicola Costantino, Uros Djuric, Sohela Farokhi, Daniel Firman, Rainer Ganahl, Kristian Hornsleth, Elke Krystufek, Lou Laurin Lam, Soo-Kyung Lee, Gianni Motti, Luca Pancrazzi, Perino e Vele, Alessandro Pessoli, Jane Simpson, Momoyo Torimitsu, Costa Vece, Luca Vitone, Sislej Xhafa, Yuan Shun

Da sinistra verso destra: Elke Krystufek, Ceramic Toilet with Leptop & Handyholder – Disposable Future; Costa Vece, Rebel without a cause (Dedicate to Jacky). “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



Rainer Ganahl, 19 novembre 1938. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra

Momoyo Torimitsu, Somehow I don't feel comfortable. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



El Anatsui, Digital River. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



In primo piano: Momoyo Torimitsu, Somehow I don't feel comfortable. Da sinistra a destra: Loris Cecchini, Stage evidence (untitled elmet); Bili Bidjocka, Skin; Nina Childress, Ceramic hair pieces. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



Loris Cecchini, Stage evidence (untitled elmet), “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra

Gianni Motti,Tazzina in ceramica. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



Luca Pancrazzi, LCPNCRZZ. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra

Alessandro Pessoli, La schiuma del sognatore. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra

Bertozzi& Casoni, Avanzi. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



Yuan Shun, 000. “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra



La Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea ospite del Museo Ariana

La scorsa estate, la prima edizione della Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea è stata ospitata nello spazio espositivo del Museo Ariana di Ginevra, dietro suggerimento del locale Fondo Cantonale per l’Arte Contemporanea che era stato coinvolto nel progetto di Albisola. La possibilità di esporre tutte le opere in un unico spazio, l’illuminazione scenografica con cui sono stati messi in risalto gli oggetti in mostra e il senso di unità dell’insieme, ottenuto grazie all’utilizzo di stand metallici omogenei sono fattori che hanno contribuito in egual misura alla creazione di un’ambientazione particolarmente adatta alle ceramiche. Nessuno dei visitatori è rimasto indifferente a questa esperienza: nel complesso, anzi, sono rimasti colpiti dalla mostra, in particolare dalle opere più provocatorie, come quelle di Elke Krystufek o di Nicola Costantino; i bambini e i ragazzi, invece, sono rimasti sorpresi e deliziati proprio dal fatto di ritrovare questa componente provocatoria in opere create da adulti e addirittura esposte in un museo.
Tra i progetti di successo spicca l’approccio interattivo dell’artista coreana Soo-Kyung Lee che è riuscita, grazie all’utilizzo del linguaggio e di traduzioni successive, a concretizzare il dialogo tra due potenti culture ceramiche: quella coreana e quella italiana. Un altro progetto interessante è stato quello elaborato da Daniel Firman, che ha stabilito un contatto tra il tornio del vasaio e i gesti del DJ che manipola i dischi in vinile, creando un originale spazio musicale. È interessante notare anche il lavoro di Kristian Hornsleth, che si è immerso nel mezzo e che ha ricavato un ovvio piacere dal poter maneggiare e modellare questo materiale, tanto che dopo una breve permanenza ad Albisola, è tornato per conto proprio per lavorare un mese intero nella bottega di Danilo Trogu. La forza di questo lavoro testimonia il coinvolgimento dell’artista nei confronti della ceramica. Le componenti strutturali dell’argilla emergono anche nel lavoro dello scultore El Anatsui: il suo fiume digitale, che combina elementi d’argilla grezza con lucidi smalti creati da frammenti di vetri colorati fusi, comunica una forte presenza inorganica.
Non si può negare che l’argilla sia un mezzo esigente. L’assistenza di ceramisti professionisti di Albisola è stata naturalmente una necessità. In ogni caso, il primo dato che balza agli occhi in questa Biennale è l’interesse che gli artisti di oggi hanno espresso per un materiale così “fuori moda” come la ceramica. Tutti gli artisti hanno accettato la sfida di lavorare con l’argilla, nonostante i rischi di fallimento. Questa è la prova che gli artisti del nostro secolo hanno ancora un vivo interesse per la ceramica. Metterli a confronto con la questo materiale è un’idea eccellente, che vale la pena portare avanti e continuare a esplorare.

Anne-Claire Schumacher



Estratto dagli Atti del Convegno “La tradizione locale della ceramica e la globalizzazione dell’arte contemporanea”, 19/20 ottobre 2002, Fortezza del Priamàr, Savona



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