Da cosa nasce cosa


Alessandro Biamonti



Ho conosciuto Humberto e Fernando Campana durante un workshop per studenti a Milano. Durante questa esperienza, ho notato come non rifiutassero mai nessuna idea proveniente dagli studenti. Anzi, spesso li stimolavano a riprendere e sviluppare le idee scartate, cercando di trasformarle in qualcosa che potesse funzionare. Questo è il loro approccio: qualsiasi cosa, oggetto o materiale che sia, può sempre diventare altro. Perché ogni cosa è anche altro, tutto sta a decodificarne il segnale, ed i fratelli Campana sono sempre in ascolto, pronti a cogliere questi segnali.
In quell’occasione mi sono reso conto di come applicassero questo approccio anche al mondo delle idee. Le idee, insieme agli oggetti ed ai materiali diventano quindi parte di un progetto antropologico che va oltre il singolo prodotto. Un ampio progetto antropologico che contiene nel proprio DNA la tradizione della cultura rurale europea, insieme ad elementi dello sciamanismo tropicale, a contaminare uno sguardo contemporaneo in grado di confrontarsi sia con la dimensione dell’industria, sia con le modalità dell’artigianato. Un progetto che affronta con grande coraggio il rifiuto, lo scarto, l’imperfezione, all’interno delle grandi questioni culturali della nostra contemporaneità.
Coinvolgere Fernando e Humberto nel progetto per la Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea di Albisola non è stato molto difficile, dato che il contesto presentava gli ingredienti necessari a stimolare il loro entusiasmo: una sapienza artigianale locale di antiche tradizioni, un progetto curatoriale contemporaneo, un materiale che fa, semplicemente e grandiosamente, parte della storia del mondo… i Brothers (come vengono spesso chiamati) ci stanno!
Ci stanno, e iniziano a lavorare al progetto nel loro grande laboratorio alchemico di San Paolo. Pensando alla ceramica, vanno alla radice e cercano un readymade, di produzione seriale, da rielaborare, magari con l’intervento di una lavorazione artigianale di grande livello e maestria. Il solito colpo di genio: da loro non ci si poteva aspettare altro.
Ma la produzione di un colpo di genio non è ovvia e va gestita in modo adeguato. Ci pensa Roberto Costantino, iniziando col convincere un ceramista di Albisola, Jorge Hernandez, ad abbandonare il tornio ed esercitare la propria maestria direttamente su un “manufatto laterizio in cotto per coperture”. Questo prezioso semilavorato artigianale passa poi nelle mani di un'altra competenza di altissimo livello, esercitata da Claudio Nardi che unisce con un intreccio di midollino le parti e crea il Vaso Tegola.
Questo vaso è un progetto che ci racconta un’altra storia. Ci fa pensare come raggiungere il nuovo sia principalmente un’operazione culturale, non meramente, tantomeno necessariamente, di natura tecnologica. Una sorta di “riflessione pragmatica” sulla sostenibilità, sulla funzionalità, sull’estetica contemporanea, che raccoglie l’eredità culturale dell’avanguardia del Design Radicale italiano. Fernando e Humberto, grazie alle loro doti umane e professionali, fortemente connotate dalla passione per il progetto e dalla consapevolezza tecnica, hanno potuto sperimentare e mettere a punto un approccio pro-positivo, con il quale hanno aperto una strada per una nuova generazione di designer. Sempre alla ricerca di nuovi scenari. Attribuendo nuovi significati all’antico adagio “da cosa nasce cosa”, the Brothers sono in grado di dare nuova vita a materiali, oggetti e idee.



Testo pubblicato nel catalogo della IV Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Corraini Edizioni, Mantova (Italia), 2010.



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