La Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea ospite del Museo Ariana


Anne-Claire Schumacher



La scorsa estate, la prima edizione della Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea è stata ospitata nello spazio espositivo del Museo Ariana di Ginevra, dietro suggerimento del locale Fondo Cantonale per l’Arte Contemporanea che era stato coinvolto nel progetto di Albisola. La possibilità di esporre tutte le opere in un unico spazio, l’illuminazione scenografica con cui sono stati messi in risalto gli oggetti in mostra e il senso di unità dell’insieme, ottenuto grazie all’utilizzo di stand metallici omogenei sono fattori che hanno contribuito in egual misura alla creazione di un’ambientazione particolarmente adatta alle ceramiche. Nessuno dei visitatori è rimasto indifferente a questa esperienza: nel complesso, anzi, sono rimasti colpiti dalla mostra, in particolare dalle opere più provocatorie, come quelle di Elke Krystufek o di Nicola Costantino; i bambini e i ragazzi, invece, sono rimasti sorpresi e deliziati proprio dal fatto di ritrovare questa componente provocatoria in opere create da adulti e addirittura esposte in un museo.
Tra i progetti di successo spicca l’approccio interattivo dell’artista coreana Soo-Kyung Lee che è riuscita, grazie all’utilizzo del linguaggio e di traduzioni successive, a concretizzare il dialogo tra due potenti culture ceramiche: quella coreana e quella italiana. Un altro progetto interessante è stato quello elaborato da Daniel Firman, che ha stabilito un contatto tra il tornio del vasaio e i gesti del DJ che manipola i dischi in vinile, creando un originale spazio musicale. È interessante notare anche il lavoro di Kristian Hornsleth, che si è immerso nel mezzo e che ha ricavato un ovvio piacere dal poter maneggiare e modellare questo materiale, tanto che dopo una breve permanenza ad Albisola, è tornato per conto proprio per lavorare un mese intero nella bottega di Danilo Trogu. La forza di questo lavoro testimonia il coinvolgimento dell’artista nei confronti della ceramica. Le componenti strutturali dell’argilla emergono anche nel lavoro dello scultore El Anatsui: il suo fiume digitale, che combina elementi d’argilla grezza con lucidi smalti creati da frammenti di vetri colorati fusi, comunica una forte presenza inorganica.
Non si può negare che l’argilla sia un mezzo esigente. L’assistenza di ceramisti professionisti di Albisola è stata naturalmente una necessità. In ogni caso, il primo dato che balza agli occhi in questa Biennale è l’interesse che gli artisti di oggi hanno espresso per un materiale così “fuori moda” come la ceramica. Tutti gli artisti hanno accettato la sfida di lavorare con l’argilla, nonostante i rischi di fallimento. Questa è la prova che gli artisti del nostro secolo hanno ancora un vivo interesse per la ceramica. Metterli a confronto con la questo materiale è un’idea eccellente, che vale la pena portare avanti e continuare a esplorare.



Estratto dagli Atti del Convegno “La tradizione locale della ceramica e la globalizzazione dell’arte contemporanea”, 19/20 ottobre 2002, Fortezza del Priamàr, Savona.



Atti del Convegno La tradizione locale della ceramica e la globalizzazione dell’arte contemporanea