Mille fiori fioriscano


Francesca Pasini



Cambiare il mondo con un vaso di fiori -  scrive  Roberto Costantino – è uno slogan per ribadire un destino dell'arte e del design fra le piccole cose e le grandi trasformazioni che si possono provocare anche con il battito d'ali di una farfalla”. Trasformazioni che hanno radici profonde, tanto che, come scrive Lévi Strauss, “gli antichi egizi usavano dire il mio vaso, intendendo con ciò la mia roba e che noi stessi per parlare di danni da risarcire, qualunque ne sia la natura, diciamo sempre pagare i cocci” (C. Henry Lévi-Strauss, La vasaia gelosa, 1985).
Una Biennale della Ceramica dedicata al “vaso da fiori” va dunque vista come una ricerca sulla sensibilità estetica quotidiana che da millenni fa da sfondo alla costruzione domestica dell’abitare, per congiungerla a una visione contemporanea dell’agire artistico creativo.
E’ particolarmente significativo che   nella rete di sedi espositive della IV Biennale della Ceramica sia compresa anche la Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti e la città di Camogli, che si trova a poca distanza da Albisola, uno più rinomati centri  italiani di produzione artistica della ceramica. Si viene così a creare un particolare dialogo tra locale e globale, non solo per quanto riguarda l’attuale sistema di informazione e di scambio economico, ma anche per il portato simbolico trasversale a tutte le civiltà, dove la ceramica  ha avuto una funzione fondamentale sia nella produzione di oggetti d’uso quotidiano, sia come forma primigenia di espressione artistica.
Al di là, di una suggestione dialettica tra le civiltà, il fatto che la Biennale faccia tappa a Camogli contribuisce a porre l’attenzione sul rapporto tra cultura e territorio.
L’Italia è il paese dove la tradizione artistica ha la più forte diffusione, ma oggi è necessario compiere un grande sforzo non solo per conservare il patrimonio storico, ma anche per promuovere nuove ricerche. E’ molto interessante che programmi di cultura  contemporanea si sviluppino non solo in grandi centri, ma anche in piccoli comuni: è un modo per mantenere in dialogo la grande storia del passato e il presente, che oggi più che mai può ripercorrere la strada delle migliaia di comuni  che hanno creato un territorio artistico unico al mondo.
Perché dico oggi più che mai, perché le moderne tecnologie, connettendoci a tutto il mondo, ci permettono di vivere “in provincia” senza sentirsi isolati.
La provincia italiana ha una specificità di bellezza naturale e una densità culturale che può diventare un attributo di eccellenza se sapremo coniugare le conoscenze che provengono dalla tecnica e quelle che segnalano l’enorme avanzamento culturale che stiamo vivendo.
E’ una scommessa aperta: o ci accontentiamo di un livello popolare mediatico, semplificato; o puntiamo sulle potenzialità di apprendimento culturale dell’attuale sistema di produzione del pensiero. L’arte non può che scommettere sulla ricerca di sempre nuovi linguaggi per rappresentare il mondo e i cambiamenti, ed è dunque particolarmente importante creare modelli di presentazione che vadano di pari passo con la ricerca. Può diventare allora non solo un modo estetico della dinamica territorio/comunicazione, ma soprattutto uno stimolo a guardare oltre la superficie potentissima della comunicazione globale, fornendoci magari delle interpretazioni più articolate ed emotivamente più coinvolgenti.
La Fondazione Pier Luigi  e Natalina Remotti,  il Comune di Camogli e la  IV Biennale della Ceramica si trovano dunque in un crocevia di grande fascino; da un lato è immediato il dialogo con una produzione locale eccellente, dall’altro c’è l’occasione di portarla fuori dai confini sia territoriali che culturali.
Infine un piccolo centro come Camogli si viene a trovare al centro della storia e del presente e le persone che verranno a vedere “i vasi da fiori” con cui cambiare il mondo avranno due chiavi per leggere questi oggetti: quella della tradizione e quella dell’innovazione. Tutti sappiamo cos’è un vaso da fiori, ma tutti desideriamo che in quel vaso i fiori continuino a fiorire a ogni stagione. Quindi l’augurio è che mille fiori fioriscano tra arte e design, per determinare nuove forme di comunicazione  culturale e sociale.



Testo pubblicato nel catalogo della IV Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea “Cambiare il mondo con un vaso di fiori”, Corraini Edizioni, Mantova (Italia), 2010.